Quelli del Libano by Franco Enna

Quelli del Libano by Franco Enna

autore:Franco Enna [Franco Enna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: F
editore: Saga Egmont
pubblicato: 2024-05-27T00:00:00+00:00


CAPITOLO XI

— È stato bello quello che hai detto, — disse Gino alzandosi, — ma è stato più bello come lo hai detto..

— Come l’ho detto? — mormorò Valeria.

— Ah, non saprei!… All’improvviso, quello che già sapevo è diventato certezza, cessando di essere cronaca…

— Di dove sei tu?

— Sono nato in Sicilia…

— Ah!

— Perché dici «Ah!»? Non ti piacciono i siciliani?

Valeria rise, mostrando una dentatura perfetta.

— Perché non dovrebbero piacermi? — disse divertita. — Per me non esistono popoli ma persone… Conosco la Sicilia, è un po’ come la mia terra…

— Qual è la tua terra?

La ragazza puntò una mano verso Sud e disse: — Quella che puoi intuire laggiù, oltre il confine libanese…

— Israele? — esclamò Gino stupito.

— Sì, Israele. Sono ebrea. Sono nata a Ashqelon, una località di villeggiatura modernissima dove i Filistei, i Romani, i Crociati e i moderni coloni hanno lasciato la loro impronta, ma ho vissuto fino a pochi anni fa a Bat Yam, una cittadina il cui nome significa «figlia del mare»…

— Dunque sei israeliana.

— Sì, ma mio padre, prima di assumere la nazionalità israeliana, era italiano; italiani erano i miei nonni… Nel ’79, mio padre, che è un diplomatico, fu trasferito a Roma. Io ero già infermiera, e andai volontaria nella Croce Rossa. Quest’anno sono partita volontaria per il Libano, per aiutare i palestinesi.

— Ma i palestinesi dovrebbero essere tuoi nemici! — esclamò Gino.

— Nemici!… Che parola grossa. Loro sono delle vittime come noi ebrei. Hanno aggredito e ucciso i nostri coloni, è vero, ma anche noi dobbiamo farci perdonare tanti eccessi…

— Ma voi avete subito duemila anni di ingiustizie e di persecuzioni — protestò il giovanotto. Quasi la accusava di non essere abbastanza severa con i palestinesi. — La Palestina spettava a voi…

— Chi può dirlo? — mormorò Valeria, fissando lo squarcio dell’ingresso nel tendone. — È certo che la politica delle grandi potenze si è servita della nostra presenza per farne speculazione…

— Come mi piace ascoltarti!

La ragazza lo fissò e sorrise.

— Che fai? Sei di servizio? — chiese.

— No. Monto tra due ore.

— Mi offri una bibita, allora?

— Con piacere. Andiamo allo spaccio.

Si avviarono sorridendo.

Lui la prese per mano.

Lei si fermò e lo guardò negli occhi.

— Come sei bella! — mormorò Gino. — Ti ho pensata ogni momento, ti ho cercata ogni volta che non ti vedevo… Sai, ho scritto di te anche ai miei genitori..

— E che cosa gli hai detto? — chiese Valeria in un soffio, avvicinandosi di un passo.

Gino apparve confuso.

— Ho detto… — S’interruppe, esitò, arrossì. — Ho detto che avrei voluto essere amato da te… come io ti amavo…

Lei scosse la testa, sempre sorridendo.

— Sciocco! — bisbigliò. — E perché non me lo hai detto prima?

Poi lo prese per mano e uscì con lui, nel sole.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.